Idropulsore: la svolta per l'igiene orale?

Delizioso oggettino molto apprezzato dai pazienti più pigri che non hanno voglia di usare il filo interdentale o gli scovolini per pulire gli spazi interdentali.

Do un’anticipazione: è lo strumento più odiato dagli igienisti dentali. Perchè? Semplice: molti pazienti lo usano pensando sia la manna dal cielo per rimuovere residui di cibo, placca, macchie… praticamente tutto.

Errato. L’idropulsore è una sorta di “doccetta” con un beccuccio fine che spruzza acqua (e collutorio, se aggiunto).

Fatta questa breve descrizione, aggiungo un paragone per capire se funziona o meno: ipotizziamo che si debba pulire il vetro di una finestra (il dente) che ha una bella macchia di sporco (la placca) e che si decida di buttarci sopra solo un secchio con l’acqua (l’idropulsore) senza usare una spugna (lo spazzolino).

Il vetro si pulisce se non si strofina con qualcosa?

La placca si rimuove se ci si spruzza sopra solo dell’acqua?

Take home messagge: l’idropulsore non sostituisce lo spazzolino, il filo interdentale o lo scovolino.

È utile per aiutare a rimuovere i grossi residui di cibo che si annidano negli spazi più ampi (ad esempio chi porta l’apparecchio ortodontico o chi ha protesi fisse su impianti), ma non è sufficiente. Ad oggi niente sostituisce i normali presidi per la corretta igiene domiciliare, per cui: olio di gomito e pulire bene.

Infine, ultimo ma non meno importante, usare l’idropulsore in maniera scorretta (un getto troppo potente, un’inclinazione errata) può provocare gravi danni ai tessuti gengivali (e usarlo male non è poi così difficile).

Per questo motivo, e considerato che sono più i danni rispetto ai benefici che si possono ottenere, personalmente non consiglio l’utilizzo dell’idropulsore nell’igiene domiciliare; preferisco motivare e istruire il paziente ad utilizzare tutti gli altri presidi disponibili.